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Descrizione

Immersa nel bosco, a pochi passi dalla Ca' Vecchia e da Messer Polo, è situata una sorgente di acqua sulfurea già conosciuta in epoca etrusca e romana. Il toponimo è probabilmente origina dalla parola latina balneum e si può ipotizzare in quest'area la presenza di un insediamento romano.

La sorgente è inserita in uno splendido contesto naturale tra una rigogliosa vetazione con sentieri e torrenti.

La notorietà dell'acqua di Brandola è legata agli eventi del 1448 come narra il libro "De Medicalis aquis" del 1564 dell'anatomista modenese Gabriele Falloppia. La zona era funestata da un'epidemia bovina con gravi conseguenze per la già povera economia locale. Qualcuno però notò che gli animali che si abbeveravano con l'acqua della sorgente guarivano.

Il signore di Brandola, Galasso Pio, invio un campione di acqua al rinomato medico Michele Savonarola, nonno del famoso frate Girolamo Savonarola. L'analisi confermò le virtù terapeutiche dell'acqua.

Altri studiosi si sono occupati delle proprietà curative dell'acqua di Brandola, tra questi il medico Domenico Vandelli con la sua dissertazione del 1763. Alcuni sostengono che quest'acqua sia stata la prima in Italia ad essere imbottigliata e venduta per le sue caratteristiche benefiche e anche la prima ad essere stata contraffatta.



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