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Descrizione


Dopo le prime curve di Via Maranello, non distante dalla frazione di Gombola, sorge Casa del Tocco (Ca' del Tòc).


Il nome "Casa del Tocco"  deriva da un'antica leggenda che riportiamo dal libro di Pasquino Fiorenzi (Polinago e le sue frazioni).


 Un sacerdote del luogo aveva legato per testamento i suoi beni ad un nipote con l’impegno di suffragarne l’anima. A questi, che non se ne curava,lo zio apparve ripetutamente rimproverandolo e richiamandolo alle promesse fatte. La voce implorante del defunto si espandeva nella Vallata del Torella. Una notte, durante la quale la voce del defunto si era fatta più insistente e quasi minacciosa, il giovane nipote apri, sgarbatamente, le imposte, maledisse la memoria dello zio e richiuse nuovamente. Si avverti contro di esse un violento urto. Al mattino vi stava impressa l’impronta di una mano infuocata. La paura del giovane fu enorme. Sull’istante sbiancò di capelli e nello spazio di 48 ore cadde morto. Da tale morte, indicata dal popolo con la parola “tòc” o colpo, ne trasse nome la località. Si dice che l’imposta sulla quale restò l’impronta della mano sia conservata in Vaticano al museo del Soprannaturale.




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